giovedì 10 ottobre 2013

Di fronte al disastro...

Se potessi tornare indietro a quella mattina del 10 ottobre 1963, impersonandomi in un soccorritore dell'Esercito che per primo arrivò nella vallata di Longarone devastata da 150 milioni di metri cubi d'acqua, come sarà la mia reazione? Ma come sarà la reazione di tutti?

Un intero paese letteralmente spazzato via da un'onda di tre chiloton di potenza scagliatasi dalla Diga del Vajont; una vallata piena di case, villaggi, campi coltivati: tutto sparito, inghiottito da un immenso muro d'acqua.

Ma di chi è la colpa? Della natura? O di un gravissimo errore umano?

La natura c'entrarà di sicuro, ma ha agito come una sorta di "diabolica" vendetta contro qualcuno... l'essere umano; non si doveva costruire una diga lì, in una valle stretta e con una roccia molto friabile; ma le autorità (come sempre...) hanno cercato di coprire tutta la faccenda: il prestigio e la riuscita dell'impresa dovevano soverchiare ogni problema.

Ma alla fine l'hanno pagata cara questa omertà, ma a rimetterci la vita sono state le oltre migliaia di vittime di Longarone, Faè, Erto e Casso.

Ormai, a distanza di ben 50 anni, l'uomo non ha ancora imparato a rispettare la natura; la natura non si sfida, si sfrutta ma in modo benevolo, cercando di conviverci pacificamente; solo così non si ottengono tali sciagure.

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